Decadenza e poesia // BucarestIn questa città, la poesia non viene fuori dall’allegria e dalla giovialità, ma dal grigio affumicato e dai palazzi gotico-barocchi decrepiti, evidentemente una volta gloriosi. La decadenza dei palazzi mai ristrutturati e rovinati dalla luce del sole, ferma la città nel tempo e la cristallizza. Le contraddizioni evidenti sono dietro ad ogni angolo, alcune sono visibili semplicemente camminando a testa in su, altre sono lievemente percepibili osservando e ascoltando la gente. La città tende a ripetersi con questo stile un pò ovunque, e questo è il suo fascino. Brutta e brutale nel particolare, incomparabile e armoniosa nel generale. E' evidente che l’illusione che con la caduta del dittatore il Paese si sarebbe emancipato sta svanendo giorno dopo giorno. L’apertura ad un’economia di mercato globale si sta rivelando utile solo per un'élite e per le multinazionali estere che investono nel paese. Pare, infatti, che in molti rimpiangano Ceaușescu o, quantomeno, non lo crocifiggano come vogliamo sentirci dire noi. «Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore.» |